Chi ascolta che?

Pubblicato il 4 Sep 23 - Autore Marcello Colombo

La musica di largo consumo è quella che viene ascoltata dal maggior numero di persone, ed è spesso caratterizzata da sonorità semplici e orecchiabili, testi accattivanti e un'immagine “material”.

L'influenza che le majors, le grandi case discografiche, hanno sulla musica di largo consumo è un tema molto dibattuto. Mi è sorto un pensiero scaturito da questo ragionamento che penso possa raccogliere i vostri favori.

C'è chi sostiene che esse siano in grado di influenzare i gusti musicali della gente, promuovendo artisti e generi che rientrano nei loro interessi commerciali. C'è chi invece sostiene che siano i gusti del pubblico a influenzare le scelte delle majors, che sono costrette ad adattarsi a ciò che piace alla gente per avere successo.

In realtà, analizzando bene l'assunto, la verità è probabilmente un po' di entrambe le cose.

Da un lato, è innegabile che le majors abbiano un ruolo importante nel plasmare la musica di largo consumo. Hanno accesso a enormi risorse finanziarie, che possono utilizzare per promuovere artisti e generi che potrebbero non essere popolari di per sé. Inoltre, le case hanno un forte controllo sui canali di distribuzione musicale, come le radio e le piattaforme di streaming. Questo significa che possono influenzare le scelte di ascolto del pubblico.

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Dall'altro lato, è anche vero che i gusti musicali della gente sono influenzati da una serie di fattori, tra cui la cultura, la società e le tecnologie. Le grandi majors devono tener conto di questi fattori quando prendono le loro decisioni, altrimenti rischiano di fallire.

In definitiva, è difficile dire con certezza chi influenza chi nella musica di largo consumo. È probabilmente un rapporto reciproco, in cui esse e il pubblico si influenzano a vicenda.

Ecco alcuni esempi di come le aziende possono influenzare i gusti musicali della gente:

  • Promozione di determinati artisti e generi: possono promuovere artisti e generi che rientrano nei loro interessi commerciali, utilizzando i loro canali di distribuzione e marketing. Ad esempio, potrebbero promuovere un nuovo artista pop che ha un potenziale commerciale, anche se non è ancora molto popolare.

  • Controllo sui canali di distribuzione musicale: hanno un forte controllo sui canali di distribuzione musicale, come le radio e le piattaforme di streaming. Questo significa che possono influenzare le scelte di ascolto del pubblico. Ad esempio, le majors potrebbero fare in modo che i loro artisti vengano trasmessi più frequentemente dalle radio, o che i loro brani siano più visibili sulle piattaforme di streaming.

Ecco alcuni esempi di come i gusti musicali della gente possono influenzare le case discografiche:

  • Successo di determinati artisti e generi: Il successo di determinati artisti e generi può influenzare le scelte delle aziende. Ad esempio, se un nuovo genere musicale diventa popolare, potrebbero essere più propense a firmare contratti con artisti di quel genere.

  • Insoddisfazione del pubblico per la musica di largo consumo: L'insoddisfazione del pubblico per la musica di largo consumo può portare a un cambiamento nelle scelte delle majors. Ad esempio, se il pubblico inizia a stancarsi della musica pop, esse potrebbero essere più propense a promuovere generi più sperimentali, di nicchia o underground.

In conclusione, la musica di largo consumo è un prodotto complesso, coagulato nel feedback di una serie di fattori, tra cui le scelte aziendali, il pubblico e le tecnologie.

È difficile dire con certezza chi influenza chi, ma è probabilmente un rapporto reciproco, in cui le case e il pubblico si equilibrano vicendevolmente, ed è innegabile che oggi più che in passato, l'accesso a risorse e piattaforme digitali online acuisca questa tesi a sfavore della vecchia gavetta per locali dei tempi che furono. In medio stat virtus.

Marcello Colombo

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